Tra poco l'avrei buttato via comunque.
Quando ricopri un disegno fatto su vetro,e qualunque vernice o colore sia stato usato nel farlo userà un aggancio fisico per fissarsi alla superficie,il vetro non assorbe nulla per radicarsi,quando ricopri il disegno vecchio o nuovo che sia,devi necessariamente farlo con un prodotto che abbia le stesse caratteristiche chimiche e fisiche degli inchiostri usati nel fare la serigrafia,se tu usi altri prodotti di qualunque genere, adesivi o da applicare a spruzzo o a pennello,questi ultimi non si amano con la vecchia stampa e prima o dopo avranno effetti secondari spiacevoli, la pellicola adesiva,ad esempio, appena applicata rende tutto bello ma poi alla lunga per le differenti dilatazioni a causa della temperatura ambiente o altro,solleciterà la vecchia stampa fino a farla sgretolare ,resterà attaccata alla pellicola ma si vedranno le microcrepe che rovinano il quadro.
Belle parole ,direte, ma allora come fare, più volte ho parlato di come procedevamo nel serigrafare questi vetri e quali inchiostri si usavano, anche gli americani usavano gli stessi prodotti, i ritocchi e i salvataggi volevano fatti con gli stessi prodotti usati nel farli nuovi.
Gli inchiostri usati per serigrafare il vetri sono soltanto due tipi, il bicomponente, non usato nei flipper ma usato nell'industria per i vetri che staranno all'esterno alle intemperie,
Il secondo tipo di inchiostri usati per serigrafare il vetro,sono gli inchiostri a base ACQUA RAGIA , proprio come quelle vecchie vernici da applicare anche al metallo che asciugano in un paio di giorni, naturalmente la differenza tra la vernice che dai a pennello e quella che applichi con il procedimento serigrafico sta nella finezza e purezza della vernice che deve essere filtrata e senza impurità che non filtrerebbero dalla tela dei telai serigrafici.
Questi inchiostri serigrafici , chiamati SUPERGLOSS , sono proprio a base acquaragia e quando applicati al vetro, hanno una lunga essicazione ma poi si aggrappano alla superficie del vetro reggendo negli anni.
Tutto questo non ha detto come fare nei restauri, ma se la regola che i componenti devono essere gli stessi da una mano all'altra applicata al disegno, ho più volte suggerito che sarebbe stato logico sigillare un vetro che si stava rovinando, applicando una mano della stessa vernice usata nella stampa e perciò nel nostro caso , di una mano di trasparente a base acquaragia, meglio se preso un barattolo di inchiostro trasparente supergloss a basa acquaragia da qualche serigrafo, costano come una vernice.
Naturalmente nell'applicarlo vanno pensati tutti gli accorgimenti che fanno parte della cultura del buon restauratore, darli magari a spruzzo per evitare che il pennello non rimuova qualche parte ancora esistente ma staccata dal vetro che al primo sfregamento salterebbe via. Capire secondo lo stato del disegno, la giusta viscosità della vernice, troppo dura si appoggia, troppo liquida ammolla troppo la sottostante, le prove sono di obbligo.
Il risultato sarebbe la ricopertura del disegno finale con una mano dello stesso prodotto di fabbricazione che si ama con i sottostanti e li fissa magari anche rimpastandoli e poi essicare tenacemente, quello che è certo,quando rfatto il procedimento,il disegno non avrà tensioni interne che invecchiano e sgretolano tutto con le dilatazioni di prodotti differenti.
Le mie sono soltanto parole non provate dai fatti, ma il ragionamento dovrebbe essere giusto.